Le eggregore sono
delle forme pensiero che si generano quando un gruppo di persone
riunito concentra la sua attenzione su un determinato oggetto, un
discorso, oppure condivide una determinata situazione. Dal punto di
vista semantico il termine ha la stessa valenza di aggregare, riunire.
Diverse culture hanno posto la loro attenzione sulle eggregore, spesso
chiamate con diversi nomi, o più semplicemente non menzionate. Un gruppo
di preghiera può formare una eggregora, ad esempio, a volte
inconsapevolmente, a volte con piena cognizione, come avveniva nei
monasteri medioevali, dove il vero compito dei monaci e delle loro
preghiere era la creazione di queste forme pensiero che avrebbero dovuto
in seguito influenzare positivamente lo svolgimento delle esistenze dei
loro simili. In una epoca razionalista come la nostra tali concetti
possono apparire fantasiosi, eppure queste forme sono facilmente
sperimentabili in determinate situazioni, e la loro influenza è
percepibile; semplicemente, abbiamo smarrito la capacità di dare un nome
a fenomeni che per millenni sono stati ben noti. Vi sono quindi
eggregore positive, e forme di pensiero negative.
Una delle situazioni quotidiane in cui
queste ultime si formano con più facilità sono ad esempio le tanto
deleterie “code in autostrada”, dove migliaia di automobilisti in
contemporanea esternano i loro sentimenti negativi generati dalla
situazione stressante in cui si trovano.
In passato vi sono stati gruppi di
potere che hanno studiato il fenomeno in maniera “scientifica”, cercando
di ottenere la creazione di eggregore negative che potessero assecondarli nei loro progetti di dissoluzione.
Il
caso più eclatante fu rappresentato dalle grandi adunate naziste, in
cui delle vere e proprie cerimonie venivano progettate nei minimi
particolari per ottenere tali risultati. La storia del XX secolo riserva
molti aspetti difficilmente spiegabili razionalmente: ovviamente le
elite che utilizzavano le pratiche occulte come fondamento del loro
operare avevano tutto l’interesse per screditare tali realtà alla luce
del sole. Le eggregore negative sono in grado di influenzare i pensieri e
i sentimenti di interi popoli, e si alimentano di questi sentimenti, in
un circolo vizioso che genera una spirale crescente e distruttiva.
Essendo realtà poco note, attualmente
divengono anche difficilmente affrontabili. Un modo per contrastare
queste forme pensiero negative, di cui la modernità si nutre e a sua
volta alimenta, consiste ovviamente nelle eggregore positive. Concetto
ben noto ai monaci medioevali, ancora oggi ai monaci buddisti, e a tutti
quei gruppi che cercano di convergere i loro sforzi verso sentimenti
costruttivi, con perseveranza, atti alla creazione di eggregore che
possano contrastare le forme pensiero negative dilaganti.
Purtroppo attualmente questa “scienza”,
l’arte della creazione di dei, viene attuata quasi esclusivamente da
coloro che operano per la dissoluzione, e i risultati sono visibili in
quello che ci circonda. In particolar modo i telegiornali e l’ampio
spazio da loro dedicato alla “cronaca nera” danno un forte contributo
alla diffusione delle eggregore più devastanti, portando milioni di
persone contemporaneamente a concentrarsi su sentimenti di odio, paura,
terrore, preoccupazione.
Ma contrastare queste forme negative è
possibile, ed il primo passo è il prendere coscienza dell’esistenza di
tali realtà. Saperle riconoscere, evitarle, ed in un secondo momento,
adoperarsi per la creazione di forme pensiero positive, che inneschino
un circolo virtuoso. Operazione non semplice, ovviamente, in particolar
modo tenendo conto della confusione che vige ai nostri giorni riguardo a
tematiche un tempo note e riconosciute. Operazione non semplice, ma non
impossibile.
L’eggregore e la catena d’unione
Un
termine che non figura nemmeno nel vocabolario della Lingua Italiana,
ma che nella pratica e nel simbolismo massonico ha un significato
estremamente importante e “tangibile”.
Nel tempio l’eggregore è rappresentato
dalla fune con sette (o dodici) nodi che abbraccia tutta la loggia dalla
colonna J alla colonna B. La sua massima espressione si ottiene quando
il lavoro dell’officina coinvolge al massimo grado di coinvolgimento
psichico ed intellettuale di tutti i fratelli. Eliphas Levi l’ha
definito “un fenomeno di psichismo collettivo, volontariamente orientato”.
La parola eggregore viene dal
greco ed indica un “insieme”, un “gruppo” di persone legate da
sentimenti, ideali, usi e costumi comuni. Ragionare di Eggregore vuol
dire affrontare un argomento di cui poco o niente si parla, tranne che
in particolari occasioni o all’interno di qualche circolo esoterico o in
ambienti che trattano la Magia; si hanno così poche informazioni ed
altrettante poche possibilità di conoscenza. A tale proposito devo far
presente che il vocabolo “eggregore” o “eggregoro” etc., non viene
riportato nemmeno nel vocabolario dell’Istituto dell’Enciclopedia
Italiana Treccani.
Il motivo per conoscere bene l’argomento
sarebbe quello di riuscire nelle giuste occasioni a partecipare, in modo
corretto ed adeguato all’elaborazione di eggregori di ampio sviluppo o
di dare slancio vitale o rivivificare quelli già esistenti, avendo per
scopo il bene generale ed il miglioramento effettivo della vita umana,
sotto tutti gli aspetti, in modo particolare quelli spirituali ed
esoterici.
Premessa per formare e sviluppare gli eggregori è raggiungere una giusta ed ideale condizione interiore mediante un preciso lavoro
spirituale che deve essere svolto da ogni partecipante o fratello, nel
nostro caso, fino al raggiungimento della così detta “Perfetta Unione”.
Si deve dire che il raggiungimento di
questo stato interiore, per noi massoni, dovrebbe essere lo scopo,
quanto meno iniziale, di ogni tornata rituale. L’ingresso nel Tempio, la
sua squadratura, l’apertura, il lavoro stesso e la chiusura dei lavori,
devono essere un’operazione interiore che comporta un cambiamento di
stato. E’ chiaro, infatti, che ingresso nel Tempio, apertura, lavoro e
chiusura dei lavori, hanno un senso ed uno scopo solo se
vengono interiorizzati, vale a dire se questi momenti simbolici vengono
compresi ed assimilati per essere trasformati a livello
di coscienza; ove ciò non accada, tutto si trasforma in vuota
formalità. Chi non riesce a staccarsi dal piano materiale (metalli) e
dal mondo profano, raggiungendo il giusto stato, rischia di restringere e
ridurre i simboli (ingresso nel tempio, apertura e chiusura dei lavori)
ed i lavori stessi, a semplici raffigurazioni ed esposizioni di
pensiero, sterili e prive di valore. Non è naturalmente cosa facile
raggiungere quell’indispensabile preparazione interiore per la quale
sono necessari un forte impiego psicologico, esoterico ed iniziatico,
che in Loggia ha come luogo deputato la sala dei passi perduti.
Questa preparazione, pur facendo parte di uno stesso processo di consapevolezza, consiste in due fasi: una diretta verso sé stessi, l’altra verso i fratelli.
La
prima fase consiste nel cercare di creare intorno a sé il “silenzio”,
spogliandosi di tutto ciò che ancora la mente trattiene del mondo
profano e che rappresenta una barriera alla ricerca del proprio
interiore; la seconda fase, poiché isolarsi significa trovare la calma
interiore e non separarsi dagli altri fratelli, consiste nello stabilire
un contatto interiore con tutti i fratelli, creando una cosìddetta
“corrente vibratoria” che tende ad unificare la Loggia, iniziando così
la formazione di un eggregore o più precisamente, come si comprenderà in
seguito, di un sotto-eggregore. Questa consapevole e palpabile
sensazione d’unità, trasforma nel tempio il lavoro d’unione in una vera e
propria catena, che per i Massoni è simboleggiata dalla “Catena
d’Unione”.
Il simbolo che rappresenta la catena
d’unione, spicca sia sulle pareti del Tempio, che sul Quadro di Loggia
ed è raffigurato da una fune con sette[*] nodi (o dodici)[**]
che parte dalla colonna J e finisce alla colonna B, come in un
simbolico abbraccio infinito. Simbolicamente è una fune dal triplice
trefolo che va: dal singolo verso l’Eggregore, dall’Eggregore verso il
singolo e tramite questo verso tutti i fratelli, testimoniando in modo
concreto non solo il legame invisibile che unisce fra loro tutti i
membri di una Loggia, ma anche quello con tutti i Massoni sparsi per il
mondo, rappresentando il collegamento interiore che si stabilisce tra
spiriti, rivolti solidalmente alla medesima opera.
Si può affermare, inoltre, che,
indipendentemente dalle sue qualità specifiche, ci si trova di fronte ad
un caso di simbolo particolare, in quanto, in certe occasioni, si
trasforma in quello che possiamo definire un simbolo “agito ed agente”:
si tratta della formazione corporea, fisica, della “Catena d’Unione”.
La Catena d’Unione, che è pressoché
invariata dovunque e che dovrebbe garantire la “perfetta unione”, viene
costruita in diverse occasioni dall’insieme dei partecipanti ad una
tornata e per ottenere gli scopi desiderati ed i massimi risultati;
richiede da parte di ciascuno la precisa volontà ad oltrepassare la
soglia del tangibile, per giungere all’unione effettiva.
Possiamo quindi ben affermare, che la
catena d’unione rappresenta simbolicamente l’eggregore che si dovrebbe
formare durante i lavori, quando si opera bene sia esotericamente che
iniziaticamente, seguendo il disegno tracciato e rendendo alla fine,
tutto “giusto e perfetto”.
Ma in particolare che cosa s’intende per eggregore?
Tout court si può definire “un fenomeno di psichismo collettivo, volontariamente orientato”(Eliphas Levi).
Nello specifico un eggregore è un’entità
collettiva o meglio una massa di energia psichica messa in vibrazione e
formata dal pensiero di tutti gli individui appartenenti ad un
raggruppamento, ad un popolo, ad una religione, ad un ordine. Egli può
essere sia fisico che spirituale essendo in ogni caso, all’inizio,
sempre fisico e diventando solo in un secondo tempo spirituale
attraverso la successiva elaborazione.
Si può dire che l’eggregore si forma ogni
volta che un gruppo di persone si unisce con intento esclusivo ed unico
scopo di crearlo, ma se non vi è la precisa e concorde volontà di
raggiungere quanto prefissato, l’eggregore si dissiperà rapidamente,
come si indebolirà e scomparirà se, pur essendovi l’intenzione di tutti
di elaborarlo, esso non viene alimentato nella maniera adeguata.
L’esempio potrebbe essere la festa di un
compleanno o di un anniversario, durante il quale, nel momento, in cui
tutti gli invitati elevano il proprio pensiero all’oggetto, alla
motivazione del convivio, si forma senz’altro un eggregore, ma così come
si forma, scompare poiché manca l’intenzione precisa di formarlo ed
anche se questa ci fosse, sarebbe destinato a dissolversi, non
essendovi, più, dopo quel momento, lo scopo né l’interesse per
alimentarlo.
Creare un eggregore di una certa entità,
richiede una grande capacità, che consenta di visualizzare il fine
lontano dello scopo da raggiungere; la creazione può essere effettuata
in due maniere, sia da un gruppo, che singolarmente da più individui.
Se viene creato da un gruppo, il gruppo
stesso deve essere molto unito, tutti si dovranno conoscere ed avere una
perfetta consapevolezza l’uno dell’altro e dovranno avere dei legami di
amicizia o fratellanza molto forti. Nella creazione di gruppo, l’intesa
è importantissima, bisogna veramente essere sulla stessa “lunghezza
d’onda” per arrivare a quanto prefissato.
L’eggregore formato singolarmente da più
individui è quello invece che viene creato da persone che possono non
conoscersi o addirittura essere nemiche. Prendiamo per esempio il caso
assai brutale in cui in un campo di battaglia, dove nella lotta ognuno
dei partecipanti dimentica ogni giusto ideale, la sua ragion d’essere,
nel desiderio e con un sentimento comune di uccidere l’avversario o,
almeno, di salvare la propria vita spegnendo quella altrui: è un
eggregore fisico che lentamente distaccandosi appunto dal piano fisico
che lo genera, forma un eggregore spirituale con caratteristiche di
odio, egoismo e volontà nefasta.
Un eggregore è, dunque, una aggregazione di forze costituite da energie vitali, emozionali, mentali e spirituali che
essendo emanate dall’insieme dei membri di un gruppo, penetrano la
coscienza degli individui stessi che l’hanno creato in un rapporto
invasivo e quasi sempre permanente, sotto forma di desideri, concetti,
aspirazioni, impegni, idee e volontà, elaborando, ciò che viene definito
dalla tradizione esoterica, una “forma pensata” per poi strutturarla.
Un Eggregore ha la caratteristica di
avere un’efficacia più grande della somma pura, di quanto espresso,
singolarmente, da tutti i componenti di un gruppo, di cui rende attive,
sia individualmente che collettivamente tutte quelle facoltà, affinché
venga consentita la realizzazione degli obbiettivi previsti nel
programma prefissato in origine.
Gli Eggregori si creano, si sviluppano,
ed essendo corrispondenti ai desideri, alle aspirazioni, alle decisioni,
alle idee, agli impegni che li hanno generati, dopo aver raggiunto il
loro obiettivo e servito al proprio scopo, possono ritornare a chi li ha
creati nell’attesa di essere riattivati con nuova forza, oppure possono
continuare in altre dimensioni in attesa di mettersi in contatto, anche
dopo secoli, con persone pronte a farli rivivere secondo le intenzioni
dei fondatori originari, diventando così forti, da continuare ad
esistere anche se tutti quelli che hanno contribuito alla loro
formazione sono morti e questo soprattutto se la natura della loro
attività è spirituale od esoterica.
Essi si pongono, in attesa, tra il mondo
superiore (divino) ed il mondo naturale. E’ evidente che in un’epoca
razionalistica e materialistica come la nostra i concetti di cui sopra
possono apparire fantasiosi, pur essendo queste forme facilmente
sperimentabili in determinati momenti e situazioni e la loro influenza
percepibile; abbiamo purtroppo perso la capacità di realizzare il senso e
comprendere il valore di fenomeni che per millenni sono stati ben noti.
A questo punto, rientrando in un ordine
più strettamente massonico, riporto testualmente quanto ritrovato in una
pubblicazione, purtroppo di autore sconosciuto, che ci dovrebbe far ben
riflettere e che a molti di noi potrà dare conferme:
“L’eggregore della Massoneria contemporanea, chiamata “speculativa” era noto da tempo prima di essere riattivata all’inizio del XVIII° secolo: la Massoneria speculativa è un sotto eggregore di quello che animava lo spirito della Massoneria, che è molto più antico. La Massoneria attuale, fondata a Londra nel 1717, è un’emanazione dell’Eggregore Massonico del quale è difficile conoscere l’origine che si perde nella notte dei tempi.
Secondo le epoche, questo eggregore si è manifestato sotto forme diverse. La Massoneria Operativa, quella delle corporazioni, del basso e dell’alto Medio Evo, che ha contribuito prima ad edificare le abbazie, poi le cattedrali, è nello stesso modo, un’emanazione dell’eggregore originario del quale conosciamo poco. Tanto vale dire che la forma pensata che dà slancio vitale al concetto della Massoneria è di un’ampiezza fenomenale.
Se così non fosse, la Massoneria avrebbe cessato di esistere molto tempo fa, o si sarebbe evoluta in tale modo che sarebbe oggi impossibile farci riferimento. Il suo nome sarebbe, o perso per sempre, o reliquia del passato, incisa su qualche testo rinvenuto (venuto alla luce) o diventato un mito, tradotto sotto forma di leggende”.
A parziale conferma di ciò basta pensare
al manoscritto rinvenuto da Locke (1696) nella Biblioteca Bodleyana,
pubblicato solo nel 1748. Attribuito alla mano di Enrico VI
d’Inghilterra, enuncia espressamente l’esistenza di un legame tra la
Massoneria e la Scuola Italica di Pitagora, affermando che Pitagora
(Peter Gower), un greco, viaggiò per istruirsi in Egitto, Siria ed in
tutti i paesi dove i Veneziani (Fenici) avevano impiantato la
Massoneria. Ammesso in tutte le Logge di Massoni, acquistò un grande
sapere, tornò in Magna Grecia… e vi fondò una importante Loggia a
Crotone etc.
Concludendo, (sulle tracce di quanto
detto dal Fratello Maurizio Nicosia in altre sede e per altro argomento)
è cosa facile comprendere che “tradizione Massonica” non è da
intendersi obbligatoriamente come “tradizione iniziatica ininterrotta e
documentata” ma come trasmissione protostorica e storica,
rivivificazione di tradizioni antiche e come insegnamento iniziatico che
va oltre il tempo ed il suo trascorrere, grazie anche ad una forma
pensata (eggregore) tale, da permetterle la conquista della perennità,
diventando così paragonabile ad un fiume carsico che si inabissa e del
quale non si conosce né il tempo, né la distanza, né la quantità del
flusso incostante con il quale riaffiora.
P.S. A distanza di ben
quattro anni dalla stesura della tavola, per terminare veramente, mi
permetto un’ulteriore considerazione finale. Quanto sopra deve essere un
serio monito per tutti coloro che coscientemente operano immersi nella
realtà di un eggregore a non alterare il rito di unione e alimentazione,
attraverso l’innesto di innovazioni non conformi, concetti,
aspirazioni, decisioni non condivisibili e non condivise rispetto
all’apparato eggregorico a suo tempo attivato e da cui trae origine.
Purtroppo alcuni esempi li troviamo in ambito massonico: l’inserimento
di idee, pensieri, aspirazioni, decisioni e qualificazioni non
condivisibili, se non argomenti politici o religiosi addirittura
proibiti, inevitabilmente portano alla destrutturazione dell’eggregore
iniziale con il conseguente dissolversi della originaria forma pensata,
con l’inevitabile allontanarsi dalle logge da parte di alcuni fratelli
che spesso, pur con grande rammarico e rincrescimento, nella speranza e
con l’intenzione consapevole di riuscire a ricreare quell’originale
eggregore di cui per tanto tempo sono stati operatori ed attivi
elaboratori, arrivano ad operare delle gemmazioni.
[*]
I sette nodi rappresentano le sette regioni dell’Universo:
est-sud-ovest-nord-zenit-nadir-centro (uno primordiale), che definiscono
il Tempio Cosmico.
[**] I dodici nodi rappresentano lo zodiaco ovvero l’Universo che definisce il Tempio Cosmico.
[**] I dodici nodi rappresentano lo zodiaco ovvero l’Universo che definisce il Tempio Cosmico.
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