Questa è la seconda parte di che cosa SONO, ma sopratutto come
funzionano le EGREGORE(con una o 2 G); esempio le RELIGIONI, la
onnipotente MASSONERIA, gli stessi PARTITI sono tutte EGREGORE più o
meno antiche più o meno potenti, quello che è certo SOLO i CAPI e i più
importanti INIZIATI della PIRAMIDE della CONOSCENZA ne conoscono i
segreti i simboli i riti per attivarle e poi gestirle !!!
Fonte:
http://maestrodidietrologia.blogspot.com
Pensiero magico ed evocazione:
” …
stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paurache esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore. “
Capire la propaganda, R. Winfield
Diffusione del simbolismo occulto …
Il costante aumento della presenza del
simbolismo occulto nella cultura popolare contemporanea è un dato di fatto, mentre divergono le opinioni sul reale significato di tale fenomeno.
Il parere più diffuso vede nell’utilizzo di queste tematiche una
semplice moda del momento, oppure un banale esercizio commerciale
studiato per rendere più appetibili ed intriganti i prodotti
dell’industria del divertimento e dell’intrattenimento.
Si tratta di una opinione legittima, ovviamente, specialmente
all’interno di un’epoca in cui al linguaggio simbolico non viene
riservata la medesima attenzione di cui era oggetto nei secoli passati.
Questa diffusione, divenuta negli ultimi tempi vera e propria
ostentazione, genera tuttavia parecchi interrogativi, sopratutto in
coloro che ritengono l’uso del simbolismo un mezzo assai efficace di
comunicazione, un metodo attraverso il quale determinati messaggi
possono essere trasmessi in modo diretto e profondo.
Tuttavia, anche coloro che non concedono al simbolismo tale valenza,
potrebbero comunque rimanere perplessi dinanzi a tale diffusione, se non
altro per una questione di buon gusto.
Se si dovessero prendere in considerazione altre motivazioni, che non si
riducano a semplici questioni di moda e di marketing, ci si potebbe di
conseguenza domandare quali motivi possano giustificare questo fenomeno.
Considerato il carattere della questione, si dovrà necessariamente
restare nel campo delle ipotesi; nonostante ciò, è comunque possibile
cogliere una certa logica di fondo nell’intera operazione, sopratutto se
analizzata da un punto di vista più vasto.
Organizzazioni segrete poco segrete …
Simbolo degli Illuminati
Negli ultimi anni, in particolar modo grazie all’esponenziale
crescita del materiale informativo reso disponibile dalla diffusione
della rete, sono divenute popolari analisi che cercano di indagare il
ruolo giocato da gruppi di potere più o meno segreti, più o meno
occulti, all’interno dello svolgimento dei grandi eventi sociali e
culturali che caratterizzano la nostra storia recente, e non solo.
Concetti quali il Nuovo Ordine Mondiale, organizzazioni elitarie quali
il gruppo Bilderberg, il CFR, i cosiddetti Illuminati, relegati fino a
qualche anno fa ad oggetto di studio di pochi visionari catalogati sotto
l’etichetta di “teorici della cospirazione”, hanno ormai guadagnato nel
tempo una certa dose di popolarità, perlomeno all’interno del mondo
della rete, e timidamente iniziano ad essere trattati anche dai mezzi di
comunicazione tradizionali.
Vi sono trasmissioni televisive in prima serata che si occupano del
simbolismo massonico, altre che addirittura danno risalto alle teorie
più estreme sugli “Illuminati”, che danno voce ad analisti che espongono
teorie della cospirazione che vorrebbero rivelare piani di dominio
segreti e a loro modo diabolici.
La statua del grande gufo nel Bosco Boemo …
Un’immagine del Bosco Boemo
Ed in effetti, parrebbero assai poco “segrete” delle organizzazioni i
cui piani vengono analizzati e discussi in prima serata in trasmissioni
di intrattenimento seguite da milioni di persone.
Coloro che da sempre tengono posizioni scettiche dinanzi a tali
argomenti vedono in tale diffusione una chiara conferma della loro
opinione: non vi può essere nulla di misterioso od occulto in qualcosa
di così pubblicizzato.
E, senza dubbio, tale posizione è del tutto logica.
Dal lato opposto, chi si occupa di questi argomenti da diversi anni, da
quando il reperire informazioni sulle società segrete e sui gruppi
elitari di potere era tutt’altro che agevole ed immediato, vede in
questa loro improvvisa “notorietà” un chiaro segno del fatto che certi
programmi sono entrati nell’ultima fase, quel finale di partita in cui i
giocatori si possono permettere di rivelarsi senza timore, dal momento
che tutto è già stato studiato al minimo dettaglio e nulla potrà più
sconvolgere l’ordine predisposto degli eventi.
Ed anche questa seconda opinione possiede una sua legittima logica.
Vi è, tuttavia, una terza possibilità, a sua volta del tutto coerente
all’interno del pensiero esoterico a cui tali organizzazioni si
rifarebbero.
Il pensiero magico …
In una epoca sulla carta materialista e razionalista come la nostra
l’analisi del pensiero magico può al massimo avere, come si è detto, una
valenza antropologica, applicata specialmente allo studio di
popolazioni primitive oppure appartenenti al passato.
Per quanto concerne l’età contemporanea si potrà invece analizzare
l’apporto che tale pensiero ha avuto nel formare quel substrato di
credenze superstiziose ed irrazionali ancora presenti nella cultura
popolare.
Si tratterà comunque sempre di ricerche di tipo “antropologico”,
appunto, e difficilmente lo studio del pensiero magico verrà preso in
considerazione nel momento in cui verranno analizzati i grandi processi
sociali e culturali che hanno influito sui maggiori eventi storici della
nostra epoca.
Nei grandi movimenti politici, nei principali protagonisti della nostra
storia recente, nel cercare le motivazioni ultime che portano alle
rivoluzioni ed ai grandi cambiamenti epocali la moderna storiografia
cercherà sempre, quali “spinte”, le ragioni maggiormente coerenti col
pensiero predominante, ragioni “logiche” spiegabili all’interno di
processi razionali e meccanici.
Il cosiddetto “
pensiero magico”, a cui si concede
una importanza secondaria all’interno dello sviluppo della cultura
contemporanea, è invece considerato quale fondamentale limitatamente per
quanto riguarda le civiltà arcaiche, dette anche primitive, dal momento
che l’antropologia moderna ha oggi riconosciuto l’importanza che tale
pensiero rivestiva all’interno della organizzazione sociale di quelle
popolazioni.
Ed uno degli aspetti di questo pensiero magico, quello che in questa
breve trattazione maggiormente ci interessa, risiede nella sua ritualità
evocativa.
Una diversa percezione della realtà …
Tra le testimonianze del cosiddetto “uomo preistorico” giunte fino a noi
spiccano per interesse artistico e capacità evocativa numerosi dipinti
murali ed incisioni, espressioni di profonde civiltà sviluppatesi
migliaia, se non decine di migliaia, di anni fa, opera di uomini del
tutto simili a noi fisicamente ma con una sensibilità assai distante
dalla nostra.
Dipinti ed incisioni inizialmente catalogati come “espressioni
artistiche”, come mere decorazioni, a seguito di valutazioni sicuramente
riduttive che avevano il difetto di giudicare con parametri
contemporanei l’ispirazione e l’immaginario di culture del tutto diverse
dalla nostra.
Col tempo, grazie ad analisi più approfondite, grazie a studi che
perlomeno tentavano di interpretare il possibile spirito del tempo, si è
compreso che quelle produzioni non potevano essere capite se non
ricostruendo anche la percezione che quegli uomini avevano del creato,
il rapporto che condividevano con la natura e gli eventi che intorno a
loro si verificavano.
In un mondo non meccanico come il nostro, tutto l’esistente era
concepito quale allegoria e simbolo di realtà superiori, ed ogni azione
non si limitava ad una semplice concatenazione di cause ed effetti, ma
celava in sé un significato simbolico e magico: l’azione e il rito erano
indistinguibili, ed ogni movimento, ogni pensiero, aveva in sé una
connotazione sacra.
Nello stesso modo, i dipinti e le raffigurazioni che ancora oggi possiamo ammirare erano simbolo e rito nel medesimo momento.
La realtà raffigurata in una umida parete di una caverna riproduceva un
momento centrale della vita degli uomini, ma prima ancora raccontava un
momento rituale-mistico destinato a ripetersi ciclicamente in eterno.
Quel momento veniva riprodotto e mitizzato; di più: veniva evocato.
In un universo dominato dal tempo ciclico in cui ogni avvenimento, come
le stagioni e i cicli della luna, le nascite e le morti, era destinato a
ripresentarsi, ogni racconto era contemporaneamente anche
anticipazione, evocazione, ed in un mondo in cui la legge della
causa-effetto è meno rigida di quanto la possiamo concepire noi moderni,
una riproduzione fatta dall’uomo poteva contribuire a far sì che un
determinato evento avesse un certo esito piuttosto che un altro.
Un presente inestricabilmente legato col passato e col futuro, un tempo
ciclico in cui gli eventi si ripropongono sempre simili e mai eguali a
se stessi, la convinzione di poter influire su quella medesima realtà
per mezzo del racconto mitico, che essendo indissolubile dalla realtà
vissuta poteva influenzarne lo svolgimento.
Danze ed incisioni …
Gli antropologi occidentali poterono in qualche modo avvicinarsi alla
comprensione di questo immaginario quando nel corso del XX secolo
vennero a contatto con popolazioni che vivevano isolate da millenni,
sopratutto in Africa e in Oceania, e che avevano mantenuto
organizzazioni sociali ed usanze dagli occidentali stessi catalogate
quali “primitive”.
Uno dei rituali, ad esempio, che i moderni studiosi poterono osservare
da vicino, immutato da millenni, era quello della preparazione della
caccia, comune a diverse di queste civiltà “primitive” in varie parti
del mondo.
In molte di queste comunità, quindi, gli uomini che si apprestavano a
recarsi ad una battuta di caccia partecipavano ad un complesso rituale
che consisteva nella proposizione della battuta stessa: il sacerdote o
lo stregone raccoglieva intorno a sé gli uomini e dipingeva per terra
l’immagine degli animali che sarebbero stati cacciati; in seguito,
l’immagine veniva colpita con le armi dai cacciatori, i quali concluso
il rituale si impegnavano nella caccia vera.
Il significato del rito è evidente: i cacciatori, dal momento che
credono nell’indissolubile legame tra verità e simbolo, tra realtà e
rappresentazione, per mezzo del rito “forzano” in qualche modo la realtà
a seguire quest’ultimo, e ad adeguarsi di conseguenza al loro volere.
I pittori che 20.000 anni fa dipingevano scene di caccia sulle pareti
delle loro sacre caverne mettevano in scena il medesimo rituale: ancora
una volta, la rappresentazione doveva precedere la realtà, il mito
doveva direzionare gli eventi verso l’esito voluto.
Una ipotesi per il presente …
L’arte e le usanze delle cosiddette popolazioni primitive non si
potrebbe quindi capire se non cercando di comprendere una concezione del
mondo del tutto diversa rispetto a quella dominante nella modernità.
Tuttavia, quella percezione, definita in maniera forse riduttiva
“pensiero magico”, non si è mai del tutto estinta, e ha lasciato le sue
tracce nell’immaginario contemporaneo sotto forma di confuse
“superstizioni” (superstizione = ciò che rimane).
Non solo: questa visione è tuttora viva all’interno del pensiero
esoterico ed occulto che costituisce oggetto di studio ed interesse per
gli ordini iniziatici ed elitari ancora presenti, e prosperi, nelle
nostre società.
Come si è visto, di questi ordini fecero parte, e ne fanno tuttora,
personalità influenti, pensatori, politici, intellettuali in grado di
direzionare gli etat d’esprit di intere epoche.
E quando la cultura di un’ epoca produce, per quanto riguarda
l’immaginario popolare, un certo tipo di simbolismo, ci si potrebbe
chiedere se in qualche modo tale produzione non ricalchi i canoni della
ritualità espressa dal pensiero magico, una componente della creatività
umana mai realmente estintasi.
Il simbolismo luciferiano mai come oggi ostentato potrebbe essere
nient’altro che un immenso rito di evocazione, così come un certa
produzione cinematografica (ovvero i moderni dipinti rupestri) di genere
apocalittico più che una catarsi collettiva delle paure di inizio
millennio potrebbe rappresentare in realtà una sorta di tentata
anticipazione degli eventi futuri, un tentativo di condizionare gli
eventi stessi per mezzo del simbolo.
E gli stessi gruppi elitari, fino a poco tempo fa ignoti al grande
pubblico, che escono allo scoperto sbandierando le loro visioni di
potere riguardo il futuro dell’umanità starebbero in realtà mettendo in
atto, semplicemente, un enorme rituale, un rito collettivo in cui
dall’evocazione del loro progetto si attendono la sua conseguente
riuscita, come i cacciatori che inscenano la morte della loro preda
prima di partire per la caccia.
Tratto da Santaruina
fonte
www.stampalibera.com
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