mercoledì 23 aprile 2014

L'insegnamento di Sri Aurobindo

sriauro5L'insegnamento di Sri Aurobindo trova le sue radici nell'antica saggezza indiana, per la quale, nascosta dietro le apparenze dell'universo, esiste una Realtà dell'Essere ed Una Coscienza, un Sé di tutte le cose, uno ed eterno.
Tutti gli esseri sono uniti in quell'Unico Sé e nello Spirito, ma divisi da una certa separazione di coscienza, un'ignoranza del loro vero Sé e della Realtà della mente, della vita e del corpo. E' tuttavia possibile rimuovere questo velo di una coscienza in apparente separazione per mezzo di una disciplina psicologica, per diventare totalmente consapevoli del vero Sé, della Divinità dentro noi tutti.
Gli insegnamenti di Sri Aurobindo affermano che questo Unico Essere e Coscienza è coinvolto qui nella materia. L'Evoluzione è il metodo attraverso il quale può trovare liberazione. La Coscienza si manifesta in quanto sembra essere incosciente ed una volta apparsa si autostimola a crescere e contemporaneamente a svilupparsi ed ampliarsi verso una perfezione sempre maggiore.


La vita rappresenta il primo passo in questa liberazione di coscienza; la mente il secondo. Ma l'evoluzione non si arresta alla mente; attende una liberazione in qualche cosa di ancora più grande, una coscienza spirituale e sovramentale. Il prossimo passo nell'evoluzione deve essere verso lo sviluppo della Supermente e dello Spirito come i poteri dominanti nell'essere che è cosciente. Solo allora potrà liberarsi totalmente questa Divinità nelle cose e rendere possibile il manifestarsi della vita nella sua perfezione.
Mentre però quei primi passi evolutivi vennero intrapresi dalla Natura senza una volontà conscia nella pianta o nella vita animale, nell'uomo la Natura assume la capacità di evolversi a seguito di una volontà cosciente nell'individuo. Non è con la volontà mentale dell'uomo che questo può accadere in modo completo, perché la mente può arrivare solo fino ad un certo punto dopo il quale inizia a perdersi in un ciclo senza via di uscita.
L'aiuto necessario viene con la pratica dello Yoga e seguendo l'antica disciplina psicologica. In passato ciò è stato tentato con un allontanamento dal mondo ed uno scomparire nelle alte sfere del Sé e dello Spirito.
Sri Aurobindo insegna che è possibile una discesa di questo principio più elevato sulla Terra, e che il Sé Spirituale può liberarsi proprio qui, nel mondo, sostituendo l'ignoranza della mente, o la sua conoscenza molto limitata, con una Verità-Coscienza Sovramentale. Già questo sarebbe sufficiente all'essere umano per crescere interiormente e dinamicamente, da uno stato di umanità ancora animale verso la realizzazione di un Sé divino.
La disciplina psicologica dello Yoga può essere usata a questo fine con l'apertura di tutte le parti dell'essere verso una conversione o trasformazione attraverso la discesa e il lavoro del più alto principio sopramentale ancora celato. Questo non può essere fatto immediatamente o in breve tempo o in un rapida e miracolosa trasformazione. Molti passi devono essere percorsi da colui che cerca prima che la discesa sopramentale sia possibile.
L'uomo vive per lo più nella sua mente, vita e corpo superficiali, ma esiste un essere interiore in lui con grandi possibilità che deve essere svegliato, c'è solo una limitata influenza che riceve da questo e che lo spinge a un costante perseguimento di una più elevata bellezza, armonia, potere e conoscenza.
Il primo processo dello Yoga è quindi aprire i campi, le gamme gli spazi di questo essere interiore e vivere da là verso l'esterno, governando la propria vita da una luce e forza interiore. Nel fare questo si scopre in sé la propria vera anima che non è questa mistura di elementi mentali, vitali e fisici ma qualcosa della Realtà sotto loro, una scintilla del Fuoco Divino. Egli deve imparare a vivere nella sua anima e purificare e orientare con uno sforzo verso il Divino il resto della natura.
Può seguire successivamente un'apertura ascendente e discendente di un elevato principio dell'Essere... ma questa non è la piena luce e forza sopramentale. Ci sono diversi campi di coscienza tra l'ordinaria mente umana e la Vera-Coscienza sopramentale. Questi campi intermedi devono essere aperti e il loro potere portato giù nella mente, vita e corpo... Solo dopo il pieno potere della Vera-Coscienza può lavorare nella natura. Il processo di questa autodisciplina o Sadhana è quindi lungo e difficile, ma anche un po’ di essa tanto guadagnata perché fa l'ultima liberazione e perfezione possibile.
Ci sono molte cose che appartengono al vecchio sistema che sono necessarie sul sentiero, un'apertura della mente verso una più grande estensione e verso il senso del Sé e dell'Infinito, una immersione in ciò che è stata chiamata la coscienza cosmica, padronanza sui desideri e le passioni; un eccessivo ascetismo non è necessario, ma la conquista del desiderio e dell'attaccamento e un controllo sul corpo e i suoi bisogni, bramosie e istinti è indispensabile.
C'è una combinazione dei principi del vecchio sistema, il sentiero della conoscenza attraverso il discernimento della mente tra la Realtà e l'apparenza, il sentiero del cuore della devozione, amore e resa e il sentiero dei lavori che girano a volontà lontano da motivi di interesse personale verso la Verità e il servizio di una più grande Realtà dell'Io.
L'intero essere deve essere allenato cosicché possa rispondere e essere trasformato, quando ciò è possibile, affinché la più grande Luce e Forza lavorino nella natura.
In questa disciplina, l'ispirazione del Maestro è nella difficoltà del percorso, il suo controllo e la sua presenza sono indispensabili, sarebbe impossibile altrimenti procedere senza incespicare e sbagliare impedendo ogni possibilità di successo. Il Maestro è uno che ha raggiunto una elevata coscienza di essere ed è spesso considerato come una sua manifestazione o rappresentazione. Egli non solo aiuta con il suo insegnamento ma ancora di più con la sua influenza ed esempio, comunicando agli altri la sua personale esperienza.
Questo è l'insegnamento e il metodo della pratica di Sri Aurobindo.
Non è suo scopo sviluppare una religione o amalgamare le vecchie religioni o fondarne una nuova, ognuna di queste cose condurrebbe lontano dal suo principale proposito. L'unica intenzione di questo yoga è un autosviluppo interiore con il quale chi lo seguirà, con il tempo, potrà scoprire l'Unico Sé in tutto ed evolvere verso una elevata coscienza mentale, spirituale e sopramentale che trasformerà e divinizzerà la natura umana.


Libertà, Uguaglianza, Fraternità
E’  la fraternità la vera chiave del triplo vangelo dell’idea di umanità. L’unione della libertà con l’uguaglianza può realizzarsi soltanto col potere della fraternità umana: non può basarsi su nient’altro…
Questa fraternità non ha niente a che vedere con parentele fisiche, con sodalizi vitali e con sintonie intellettuali. Quando l’anima reclama la libertà, cerca la libertà di svilupparsi, di sviluppare il divino che è nell’uomo, di svilupparlo in tutto il suo essere; quando reclama l’uguaglianza, vuole proprio questa libertà, uguale per tutti, e il riconoscimento di una stessa anima, di una stessa divinità in tutti gli esseri umani. Quando cerca la fraternità, l’anima fonda questa uguale libertà di sviluppo su un fine in comune: una vita comune, un’unità nel pensiero e nel sentire, che si fonda a sua volta sul riconoscimento dell’unità spirituale interiore.
In fondo, questa triade costituisce la vera natura dell’anima, perché la libertà, l’uguaglianza e l’unità sono gli attributi eterni dello spirito.


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