sabato 26 aprile 2014

LE STIMMATE: MISTICISMO E SUGGESTIONE IN UN FENOMENO PARANORMALE

Pellegrini in estasi durante una processione      religiosa in Grecia.

L’uomo conosce il mondo esterno a lui con i suoi sensi, i suoi organi, con le sue percezioni; in una parola, con suo vedere, sentire e toccare le cose. Si rende così conto di quello che c’è fuori di lui e poi, sulla base di quello che ha percepito e secondo l’idea che si è fatto del mondo esterno, reagisce e decide la risposta (idonea e opportuna) che deve dare, il comportamento da tenere, quello che deve fare. Insomma: la sensorialità ci serve per muoverci e per vivere nel mondo. La mente “apprezza”, apprende e conosce il mondo esterno e determina nel corpo le conseguenti e coerenti riposte necessarie. Il corpo reagisce e obbedisce agli ordini che la mente gli da’ in base a quanto ha così percepito; cioè il corpo per vivere nel mondo obbedisce, si conforma alle idee della mente; alle idee che questa se ne è fatta. Questa risposta di adeguamento e di adattamento alla realtà materiale esterna percepita si riferisce innanzitutto al comportamento esterno da seguire, come detto, ma riguarda anche tutta la vita interiore dell’uomo e questo sia a livello fisiologico che psicologico Alcune volte queste risposte sono coscienti e volontarie ma altre volte invece esse sono inconsce, non intenzionali e automatiche, con automatismi che si formano o addirittura si scatenano sotto il livello della coscienza e indipendentemente dalla volontà cosciente. Nell’uomo vi è così anche un meccanismo di reazioni inconsce (reazioni a idee inconsce) che determina, in questi casi automaticamente, le risposte somatiche, fisiologiche e psicologiche che egli da’. Sono effetti psicosomatici.

Con questi il corpo risponde e reagisce non necessariamente a una situazione obiettiva del mondo esterno ma solo alle idee e alle suggestioni della mente e a quello che crede la mente, indipendentemente da quella che è la reale situazione esterna e dalle sue effettive necessità. Occorre tenere anche presente che ogni situazione obiettiva che ci si propone davanti e che dobbiamo affrontare è mediata dalla mente; è la mente che apprezza la situazione esterna, la giudica ed è sempre la mente che decide la risposta da dare. Ciò pertanto, i processi psicologici automatici (gli “automatismi”) sono al servizio della mente e dipendono da essa e da quanto percepisce o crede di percepire e non dalla realtà esterno oggettiva (per quello che essa è oggettivamente). Se la mente “crede” a un qualcosa, anche se le cose effettive nel mondo e nella realtà esterne stanno in modo diverso, il corpo si conforma, nelle sue risposte, a queste credenze della mente e non alla realtà oggettiva. Lo psicologo francese Pierre Janet (1859-1947) studiò a fondo le nevrosi e, in particolare, quelle che comportavano come conseguenza - oltre al disturbo di livello psicologico e della personalità, e anzi proprio come espressione simbolica di esso - delle manifestazioni anormale somatiche e/o fisiologiche – cioè di livello fisico e organico. Janet scoprì e teorizzò che alla base di queste nevrosi con effetti psicosomatici c’era un’idea inconscia, che si manifestava appunto attraverso quell’effetto e quel comportamento anomalo.

Il corpo irrigidito della persona ipnotizzata obbedisce all’idea, dettata dall’ipnotizzatore, di essere comodamente sdraiato a terra, senza pesi addosso.

Una scottature provocata per suggestione da una spilla fredda, per di più tenuta a una certa distanza dalla mano.


Secondo questa concezione, le idee fisse (o meglio, fissatesi nell’inconscio e da lì operanti) tendono a permanere nel tempo senza modificazioni e sono accompagnate da alcuni specifici movimenti del corpo ed espressioni corporali (gesti, tic, ammiccamenti, espressioni muscolari del viso o di altre membra, mosse, agitazione ecc.) che ne sono l’espressione simbolica e che rendono evidente e rivelano, se analizzate, l’emozione, la nevrosi, l’idea fissa sottostante. Del tutto conseguentemente, Janet sostiene anche che gli “spiriti” dello spiritismo sono (non sono altro che) le Idee del medium o di uno dei presenti disgregate e resesi autonome, alle quali il corpo del medium corrisponde, parlando (medianità a incorporazione) o scrivendo (scrittura automatica) ecc., come se fosse uno spirito dell’altra dimensione, un defunto o simili.

Esperienze di dermografia effettuate dal dr. Osty con la sensitiva polacca M.me Kahl. Lo sperimentatore pensa, in successione: 1) a un triangolo incompleto, nelle forme di a) e b); 2) al nome François; 3) al nome Yolande; 4) e 5) al numero otto; 6) a una linea orizzontale tagliata da due linee verticali. Accanto, l’effetto sul braccio della donna.

Altre esperienze dermografica del dr. Osty con M.me Kahl. Lo sperimentatore pensa successivamente a: 1) al nome René; 2), 3) e 4) a un triangolo; 5) a Sabine; 6) poggia un bicchiere sul braccio della sensitiva.

S. Francesco riceve le stimmate.

Tornando alle idee fisse, quando per un qualunque motivo una tale idea si riattiva e diviene dinamica, l’emozione che l’accompagna riaffiora e riesplode e viene a dominare la persona; si scatena così quella reazione (psicosomatica), quell’effetto, quel “tic” e comunque quell’espressione somatica e fisiologica che ne sono il suo simbolo. Tutto questo è molto importante per comprendere il fenomeno delle stimmate, un fenomeno che comporta molte implicazioni di estremo interesse non solo sotto l’aspetto religioso (della fenomenologia religiosa) ma innanzitutto sotto quelli psicologico e parapsicologico, che ne contengono la spiegazione. Volendoci limitare solo a quest’ultimo campo, che è quello che ci riguarda, dobbiamo ricordare, come premessa, che la ricerca parapsicologica conosce e ha studiato molti fenomeni che comportano modificazioni corporee, fisiologiche o sensoriali abnormi e straordinarie, a prima vista incompatibili e incomprensibili alla luce della fisiologia normale. Ricordiamo, ad esempio, le guarigioni spirituali, i cambiamenti fisiognomici del medium (“trasfigurazione”), l’elongazione, i cambiamenti di temperatura e di peso, la modificazione dei normali ritmi fisiologici ecc. In particolare, ai fini dello studio e della teoria sulla stigmatizzazione, ci interessano le piaghe o ferite provocate dalla suggestione, anche quando non vi sono cause patologiche sufficienti ed efficienti a provocarle. Ovvero, viceversa, la loro assenza, pur sussistendo tali cause.

E’ stato provato che una persona, sotto suggestione ovvero in stato di trance, toccata da uno strumento innocuo e convinta invece che tale strumento sia rovente o atto a ferire, può recepire l’idea di prodursi una scottatura o una ferita, cosicché questa ferita o la calla da scottatura si forma effettivamente nel tessuto organico di quella persona. Cioè, la mente, “convinta” che il corpo è stato ferito o si è scottato, produce nel corpo la reazione tipica di quella causa (bruciatura, ferita), pur essendo inesistente quella causa. Viceversa, è stato pure provato che, sempre sotto suggestione, la persona, colpita veramente con oggetto da taglio o toccata con un ferro rovente e convinta invece che si tratti di un qualcosa di innocuo, non ne resta ferita o scottata e non si formano sulla carne la ferita o la scottatura. E’ l’idea (fissatasi nella mente) di essere o di non essere stato scottato o ferito quella che domina la mente e informa di sé il corpo e le sue reazioni psicosomatiche. Più in generale, le idee altamente emozionali possono provocare delle dermografie (segni e disegni grafici sulla pelle) in persone molto suggestionabili. Questo effetto si determina tanto più quanto più la persona è vicina all’inconscio e sensibile alle sue idee (come avviene nei caratteri isterici; l’isterismo non significa altro che vicinanza ed estrema recettività verso le idee inconsce). Nel caso delle stimmate, l’idea che domina la mente della persona è quella della Passione di Gesù Cristo. E’ questa idea e la suggestione di essa che provocano l’attivazione psicodinamica dei processi fisiologici, biologici e organici che producono le “piaghe”, le ferite corporee tipiche della Passione: alle mani, ai piedi (i chiodi della crocifissione), al costato (il colpo di lancia di Longino), alla testa (da corona di spine), al torace e alla schiena (da flagellazione).

Padre Pio è il più celebre stigmatizzato dei nostri tempi.

Stigmate sulla mano di Padre Pio.

La dimostrazione che l’agente causale sta in un’idea archetipica ci viene, tra l’altro, dal modo di essere dalle ferite alle mani, che sono sulle palme, come è nell’idea tradizionale e nell’iconografia che si ha di esse, e non ai polsi, come invece avveniva realmente nelle crocifissioni (dato che se il condannato fosse stato inchiodato per le mani, queste, sotto il peso del corpo, si sarebbero lacerate e il corpo sarebbe caduto in giù sulla croce). Inoltre, altri fenomeni paranormali si possono produrre nello stigmatizzato e accompagnarsi con quello proprio delle stimmate: estasi, proiezione astrale, bilocazione, guarigioni spirituali, precognizione, lettura dell’anima e così via. Tipico, al riguardo, è soprattutto il caso di Padre Pio; ma anche tanti altri, come quello di Natuzza Evolo e di altri stigmatizzati. La potenza suggestiva dell’idea della Passione, tanto forte e “convincente” da determinare le stimmate, deriva dalla meditazione “catturante” fatta su tale idea e dalla immedesimazione, altrettanto catturante, nella figura e nella sofferenza del Cristo e nel voler soffrire come Lui insieme a Lui (per la redenzione e la salvezza dei peccatori, del mondo, per essere simili a lui, per la propria salvezza).

Le stimmate sono sempre un fenomeno paranormale e comunque mistico (di una personalità e tipo psicologico aperto più al “sentire” e “partecipare” che al razionale); alcune volte (poche o tante, non importa), cioè non sempre sono anche un fenomeno e un segno di santità. Vi è la santità quando lo stigmatizzato nella sua meditazione e immedesimazione si connette veramente con il Sacro che è nel suo profondo e nel quale si rispecchia il divino trascendente. In questo caso, veramente la persona si congiunge con la potenza divina, che interviene e scende dall’alto su di essa e la riempie di Sé. Allora tutta la personalità del soggetto ne viene investita e tutta la sua vita ne viene cambiata nel senso della luminosità e dell’amore cristico; ed è questo aspetto di luminosità e di pienezza, e non le stimmate di per sé sole , che denota e caratterizza la santità; e che riveste, nel fatto, carattere primario.

Altra foto di una stigmate sulla mano di Padre Pio.

Un’altra stigmatizzata molto nota è Natuzza Evolo da Paravati, alla quale il Venerdì Santo si formano le piaghe tipiche della Passione e altri dermografismi con simboli religiosi.

Altre volte, invece, si deve parlare di stigmatizzazione di natura e di livello soltanto umano e non di santità. Ricorre questo secondo caso quando non avviene nella persona tutta quella trasformazione di vita di cui si è detto sopra. In questo secondo caso, le idee suggestive sottostanti sono soltanto umane (imitazione, acquisto di prestigio, credere di essere un “inviato di Dio”, volontà di potenza e simili), sempre sulla base predetta di una labilità psicologica e facile sopraffazione da parte delle suggestioni dell’inconscio.. Queste idee suggestive dell’inconscio hanno per la loro potenza una grande capacità operativa nelle persone misticheggianti e che abbiamo chiamato isteriche, con effetti stigmatizzanti. Ma qui le stimmate stanno solo ad indicare la presenza nell’inconscio dell’idea dominante della Passione di Cristo e la soggezione a tale idea, con effetti psicosomatici paranormali. In tal caso, sono questi effetti – le stimmate, appunto - gli aspetti che, nel fatto, rappresentano l’elemento primario e assumono carattere primario ai fini della ricerca e dello studio del fenomeno; mentre nel caso della santità l’aspetto primario non sta nelle stimmate ma nella trasformazione che interviene in tutta la persona. 

Stigmate ai piedi di Natuzza Evolo.


Dermografie alle mani e ai polsi di Natuzza.

Altra celebre stigmatizzata è stata la mistica tedesca Caterina Emmerick (1174-1824), che aveva anche delle visioni della Passione di Cristo.

(Estratto da La Ricerca psichica, anno 1° n. 1, maggio 1994)


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