lunedì 21 aprile 2014

Metroplis: Fritz Lang

Molti artisti che si esprimono sotto il controllo degli Illuminati danno chiari riferimenti a questo film.
Come mai?
Metropolis è un film muto del 1926 ed è considerato il capolavoro del regista austriaco Fritz Lang.
E' tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno, avendo ispirato pellicole quali Blade Runner e Brazil.
Lang ipotizza un possibile 2026, esattamente 100 anni di distanza da quello di produzione del film, nel quale le divisioni classiste sembrano accentuarsi; negli sfavillanti grattacieli di Metropolis, infatti, vivono gli industriali, i manager, i ricchi e nel sottosuolo vivono gli operai confinati in un ghetto, di cui i ricchi sembrano neanche ricordarsi

Il regista quindi ipotizza una "piramide" del potere che esprime, a mio avviso, la società in cui viviamo.
Un giorno Freder decide di seguire una donna (Maria) nel sottosuolo e immediatamente si rende conto delle condizioni disumane in cui sono costretti a lavorare gli operai, i quali anche se stremati non possono commettere il minimo errore pena l'esplosione della macchina di cui si occupano e la morte dei meno fortunati

Freder decide di fingersi un lavoratore per provare sulla propria pelle la fatica dei lavoratori e si innamorerà di Maria, la quale predica pace e amore ai lavoratori sfiniti raccontando la storia della Torre di Babele, che simboleggia la Metropolis costruita dalle loro braccia per farci vivere i ricchi, così come la torre di Babele fu costruita per avvicinarsi al cielo dagli schiavi.

Nel frattempo il padre di Freder fa visita all'inventore delle macchine di Metropolis, Rotwang, il quale ha progettato un uomo-macchina in grado di sostituire in tutto l'uomo.
Il padre, preoccupato da una possibile rivolta degli operai, ordina di far rapire Maria per dare al robot le sue sembianze, in modo da poter controllare i malumori degli operai attraverso la predicazione di una falsa Maria.
L'inventore rapisce Maria e, per mezzo di un congegno basato su onde elettromagnetiche, copia l'esteriorità di Maria e la trasferisce al robot, HEL.

Da notare che la trasformazione del Robot avverrà con una pentacolo rovesciato in primo piano (molto utilizzato dai satanisti) e utilizzando delle onde elettromagnetiche (il trattamento che viene utilizzato nel progetto Monarch per controllare la mente).
Quindi, dopo questo "processo" il robot acquista le sembianze di Maria

I riferimenti al controllo mentale degli artisti da parte degli Illuminati attraverso l'occultismo e al progetto Monarch sono molto forti.
Ma vediamo il film come continua...
La Maria-robot viene inviata in un postribolo della zona dei divertimenti di Metropolis, Yoshiwara, alla presenza dell'aristocrazia di Metropolis, esibendosi in uno spogliarello in cui mette a nudo le grazie ricevute dalla Maria-umana; il pubblico, tutto maschile, rimane a bocca aperta per la bellezza della donna e si scatena in contese e follie dettate dalla lussuria senza freno della donna robot, incarnazione della Grande Meretrice biblica. Nella scena la finta Maria appare a cavallo di un mostro che evoca l'Apocalisse di Giovanni.

Per rendere meglio l'idea vi consiglio di guarda il video di questa scena

 

Una donna che intrattiene il pubblico mettendo in mostra il suo corpo con lo scopo di placare gli animi dei lavoratori.
Una donna/artista che focalizzi l'attenzione dell'uomo sul sesso e non sullo spirito, sui piaceri carnali e non sulla ricerca spirituale.
In questo modo l'uomo sarà per sempre soggiogato e mai si eleverà nell'animo.
Mai avrà la forza di ribellarsi al sistema.
Non credo sia possibile negare che questa "tecnica" di controllo di massa sia attiva e perfettamente funzionante.
Ecco alcuni esempi

Madonna durante uno dei suoi concerti

Beyoncè e la trasformazione

Lady Gaga e i chiari riferimenti alla donna/robot

Una copertina della rivista di moda "Vogue"

La parte finale del film vede una rivolta dei lavoratori i quali riescono a sopprimere la macchina e a riacquistare la libertà ma il regista qualche anno dopo si esprime così circa il finale:
«La conclusione è falsa, già non l'accettavo più mentre stavo girando il film»

Adolf Hitler amava Metropolis e lo considerava uno dei suoi film preferiti.

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