domenica 20 aprile 2014

L’ANIMA DEL FENOMENO

Il "luogo" dell'energia, il luogo della sintropia e della vita

 

LA REALTA’ È CREATA DALLA COSCIENZA ?

LE PIU’ ATTUALI TEORIE DELLA MECCANICA QUANTISTICA A CONFRONTO

LE NUOVE FRONTIERE DELLA PARAPSICOLOGIA

Il fenomeno paranormale – cominciamo da questo, che è il punto focale dei nostri discorsi - messo a raffronto con le risultanze e le conclusioni della fisica quantistica mostra di trovare in esse una piena corrispondenza, un inquadramento, una giustificazione e una validità scientifica.
La fisica quantistica ci dice che la realtà - il mondo e l’universo - è una realtà fenomenica, costituita cioè da fenomeni; e ci dice che i fenomeni, così costitutivi della Realtà, sono una realtà realizzata e osservata dalla Coscienza quantistica. La quale si rivela dunque come una interiorità, un’anima della Realtà, costruttiva di questa e dalla quale questa fuoriesce e promana.
Il fenomeno paranormale è anch’esso un fenomeno ed è anch’esso un prodotto dell’anima, quella umana, sia essa la mente incarnata dell’uomo ovvero quella sua spirituale disincarnata. Quindi la fisica quantistica ci interessa per tale raccordo, che completa la teoria, la conoscenza e lo studio del-la parapsicologia.

 

Pablo Picasso  "Chitarra"

 

L’atomo, che è la base di tutto, ha una duplice natura e una duplice funzione: ondulatoria e corpuscolare. Nel suo “aspetto” ondulatorio è un’onda di probabilità e una vibrazione di energia, che collassa in atomo corpuscolare, e così dà luogo alla Realtà (corpuscolare, concreta).
Tale collasso e cambiamento di natura e funzione avvengono a seguito dell’osservazione (o della sperimentazione) di un osservatore (o dello sperimentatore). La Realtà, dunque, è tale (cioè, è oggettivata, si presenta come “oggetto”) in quanto osservata (e così prodotta) da un “osservatore”. Questo osservatore è la Coscienza quantistica, la coscienza che funziona a livello quantistico (e non a livello di osservazione ordinaria, quotidiana). Diversi sono i modelli quantistici della coscienza proposti dagli scienziati fisici che hanno indagato e teorizzato sulla meccanica quantistica – non è il caso qui di parlarne, allungherebbe inutilmente e fuori tema il discorso - ma sostanzialmente tutti concordano nell’attribuire alla coscienza un ruolo fondamentale nel collassare dell’atomo dalla funzione d’onda a quella corpuscolare. Io trovo molto verosimile e largamente esplicativo il modello proposto dal Gruppo di Copenaghen.

La Realtà, così realizzata dalla Coscienza (intesa in senso quantistico) attraverso l’osservazione che ne fa, appare pertanto essere una “realtà osservata” ed ha quindi natura di “fenomeno” (da φαινειν, apparire) cioè un qualcosa che “appare”, che “si dà” all’osservatore (che osservandola la fa collassare, la produce)  e alla (sua) coscienza (nella quale appare, collassa, si produce). Il fenomeno – e la Realtà tutta, che è insieme coordinato di fenomeni – collassando (con l’osservazione cioè con il pensiero che se ne fa – “precipita” (quasi come i sali di un cristallo precipitando nel liquido di soluzione formano il cristallo stesso) nella Coscienza stessa che così la osserva e la osserva come un che di esterno (a sé), in tal modo oggettivandola. Il “quadro” torna perfettamente.

Pablo Picasso  "Donna in camicia"

Se così è, il fenomeno, che è un insieme coordinato e finalizzato di atomi collassati in corpuscoli, parimenti viene quindi ad insorgere (“collassa”) dalla Coscienza, da una “sua” interiorità profonda (sua perché promana dagli atomi onda così collassati), da un’anima dove ne giace l’Idea, l’idea di quel fenomeno (insieme a tante altre possibilità). Il pensiero è creativo, l’abbiamo sempre detto, l’affermazione adesso trova una base. Tutto torna.
Consideriamo e chiamiamo tale interiorità “anima del fenomeno”; in essa l’Idea esiste come fenomeno in potenza, in attesa di essere esteriorizzata divenendo così (cioè, acquistando così funzione e natura di) fenomeno in atto.
Immediati vengono il confronto e la deduzione che l’anima del fenomeno corrisponde (nel suo momento elementare) all’atomo ondulatorio (che, come detto, è un’onda di probabilità, delle quali, collassando, se ne realizza una). Parimenti nell’interiorità del fenomeno giacciono un grumo, un’onda di Idee- possibilità, delle quali, collassando, se ne realizzerà una, finalisticamente, coordinata in vista di un fine da raggiungere. È questo il fenomeno concreto che avviene e corrisponde, nel suo momento elementare, all’atomo corpuscolare.
In tale visuale, ampliando lo sguardo, va visto anche tutto l’universo, che è una realtà fenomenica; è costituito cioè da un insieme di fenomeni che sono in espansione nello spazio e nel tempo a seguito del collasso Big Bang.

Quindi tutto – dall’atomo al singolo specifico fenomeno, fino all’intero Universo – ruota e converge attorno al concetto di una Realtà fatta di elementi e di eventi che innanzitutto esistono in potenza, come possibilità, in una loro Interiorità dinamica, che è anche una vibrazione di energia: l’onda di probabilità dell’atomo ondulatorio, l’Idea interiore al fenomeno, il punto infinitesimale ed infinito aspaziale (“sintopico”, da σύν τόπος, luogo tutto insieme) di energia che esplode (“collassa”) nel Big Bang.
Questi elementi interiori e in potenza, dunque, per il loro dinamismo ed energia intrinseca si esteriorizzano (collassano all’esterno) come elementi ed eventi concreti, in atto: l’atomo corpuscolare, il fenomeno, l’Universo. Quel dinamismo e quell’energia intrinseca e l’onda di probabilità che li (di-namismo e energia) contiene è la loro anima.

Wassily Kandinski  "Paesaggio romantico"

Riepilogando, è la Coscienza profonda inconscia – la Coscienza quantistica, dicono i fisici quantistici; il Sé, direbbe uno psicologo analitico junghiano, il Brahman/Atman direbbe un induista, il Logos lo ha chiamato S. Giovanni evangelista - che opera questo collasso da (Idea interiore) “in potenza” a (fenomeno esterno) “in atto”.
Ed è sempre la Coscienza che osserva l’esito di questo collassare, è alla Coscienza che tutto questo (il fenomeno e l’Universo fenomenico) appare. Dal momento che “fenomeno” è qualcosa “che appare”. A chi appare? Alla mente (incarnata), allo Spirito (disincarnato, nel modo in cui l’universo si presenta ad esso), alla Coscienza universale. Alla Coscienza/consapevolezza, insomma. Il quadro, ancora una volta, torna.

Al proposito di questa “osservazione” riportiamo un aneddoto molto significativo. Jung racconta di un suo sogno (“Ricordi, sogni e riflessioni”, a cura di Aniela Jaffé, BUR saggistica pag. 380) nel quale vedeva uno yoghin ai piedi di un altare, in profonda meditazione; avvicinatosi vide che aveva la sua medesima faccia e comprese che lo yoghin stava meditando su di lui, così si disse: “Ah! Sono io l’oggetto della sua meditazione, io il sono suo sogno; e così quando lui si sveglierà io non esisterò più”. L’Osservatore (lo Spirito Jung) produceva con la sua meditazione il suo sogno (l’uomo Jung) e meditando lo osservava, osservava quello che sognava, quello che (apparentemente) proiettava fuori di sé (e così oggettivava) come sogno. È quello che facciamo anche noi ogni notte, creando con il pensarla la realtà onirica e osservandola nel sogno (come sogno).

Lo psicologo Carl Gustav Jung

Il Pensiero profondo pensa il fenomeno e il fenomeno si dà; e così la Realtà si attua. Ma si attua davanti (“dentro”) alla Coscienza che la osserva; e che la guida in questo suo attuarsi e svolgersi.
La guida e l’attua nel suo svolgimento non “giocando ai dadi”, come obiettava criticamente Einstein dicendo“Dio non gioca ai dadi”, ma in base a dei valori e a dei fini che vuole conseguire.
Tutto, quindi, ci porta a dire che il fenomeno e l’Universo sono una realtà che si manifesta all’esterno sgorgando da una (sua) anima interiore.

Wassily Kandinsky  "Improvvisazione sognata"

Il matematico Luigi Fantappié si è occupato per primo della sintropia

Ma qui vogliamo ampliare il discorso (non per allungarlo ma per confermarlo e completarlo) e così vediamo che anche la sintropia (da σύν τρόπος, cambiamento assieme), della quale si è occupato per primo il matematico Luigi Fantappié, ci porta anch’essa, da ultimo, alla scoperta dell’anima del fenomeno.

La sintropia è il principio simmetrico e opposto a quello di entropia che regge il mondo fisico, il quale, in base al secondo principio della termodinamica e all’entropia che appunto ne consegue, ci dice che tutti i corpi fisici e il mondo fisico vanno incontro a un continuo degrado e alla fine cesseranno di esistere; e che anche l’universo morirà per morte termica. Quello della sintropia è invece un principio di ricostituzione energetica, che soccorre alla perdita di energia dovuta all’entropia e consente così a un organismo di proseguire a vivere, cioè di esistere. Abbiamo detto “organismo” e “vivere”, infatti i tipici fenomeni sintropici sono quelli vitali (non allunghiamo il discorso su cosa sia vitale e se tutto sia vivente).

Nouri, esplosione di luce e energia intelligente (disegno automatico della medium Milly Canavero)

Salvador Dalì  "Il Tempo deformato"

L’altra caratteristica differenziale fondamentale della sintropia rispetto all’entropia, posta in luce da Fantappié e dagli altri studiosi che se ne sono occupati, è che mentre nei fenomeni entropici il tempo scorre normalmente, come usualmente lo conosciamo, dal passato verso il futuro (attraverso il presente), nei fenomeni sintropici, invece il tempo scorre all’inverso, dal futuro verso il passato. Nei fenomeni sintropici infatti la matrice adulta finale, che determina lo svilupparsi e il procedere di un processo fenomenico verso la sua completezza organica, sta nel futuro e da lì chiama a sé (attrae; perciò viene chiamata anche “attrattore”) e produce e dirige come fine da raggiungere lo sviluppo evolutivo di quel processo.

In questi fenomeni, dunque, la “causa”, se così vogliamo chiamarla, sta nel futuro e non nel passato (come è normalmente) ed è una “causa finale”; mentre, a loro volta e corrispondentemente, gli effetti (sempre se vogliamo chiamarli così e che sono gli stadi precedenti incompleti) si trovano nel passato e sono determinati da quel principio causativo completo che si trova a monte e che li attrae e li conforma in modo finalistico, nel senso di un finalismo da raggiungere. Per questo Fantappié e i suoi seguaci concludono che nei processi sintropici e nei fenomeni sintropici la catena causale si svolge in modo temporalmente invertito e che il tempo in quei fenomeni scorre all’inverso.

Joan Mirò  "Costellazione, la stella del mattino"

Salvador Dali  "Illusione di un volto"

L’esempio più evidente ma anche più banale ne è l’uomo (e qualunque altro organismo vivente), nei quali l’individuo adulto e completo sta nel futuro (da dove dirige, come attrattore, l’evoluzione) ed è la causa (finale) dello sviluppo di quell’organismo, cioè del succedersi coordinato dei fenomeni attraverso cui quell’organismo raggiunge la sua pienezza e forma adulta finale, dall’embrione (o dal seme, o dall’uovo) al feto, al neonato, all’uomo o all’altro animale o vegetale adulto.

Dunque, si dice, il tempo della sintropia scorre all’inverso, dal futuro verso il passato; dal futuro causa (è il principio causativo) gli effetti parziali (gli stadi precedenti), sempre meno parziali che si vanno via via realizzando e che si trovano nel passato.

In effetti però, osservando meglio, le cose non stanno proprio così, non è il tempo (non è la direzione del moto del tempo) che scorre all’inverso. L’individuo, l’organismo adulto e completo, concreto, che dirigerebbe il processo di sviluppo è un corpo (un organismo) organismo fisico (adulto), come tale collocato nello spazio e nel tempo, dimensionato spaziotemporalmente e collegato, sì, alla sintropia ma solo temporaneamente perché, in definitiva, è legato indissolubilmente all’entropia, al degrado e alla morte. Questo individuo fisico adesso non c’è e non può quindi operare nulla. Quello invece che già c’è (e che per sua natura può conforma lo sviluppo) è il modello, è l’Idea di quell’individuo, di quell’organismo. E questi si trovano nel mondo delle Idee, cioè nell’anima. Non mi pare invece corretto dire che “l’effetto realizzato”, l’organismo (fisico) nella sua completezza e pienezza futura già esiste e che è esso che da lì attrae a sé e determina le varie fasi della sua realizzazione, a decorso del tempo invertito.

Joan Mirò  "Cane che abbaia alla luna"

Georges Seurat  "La torre Eiffel"

(ovvero l'Idea che precede la costruzione)

La direzione del moto nei fenomeni sintropici va intesa invece nel senso di realizzazione di quel corpo dall’interno verso l’esterno, dal suo stato “in potenza” a quello “in atto”, da Idea modello verso la sua attuazione concreta, fisica e spaziotemporale, sempre più completa, attraverso fasi graduali di sviluppo e crescita. Il moto, il movimento non sono del tempo e non stanno nel tempo che scorre; il moto e il movimento vanno, scorrono dall’interiorità (dove ci sono l’immagine, l’Idea, il Modello) verso il “collasso corpuscolare”, verso la realizzazione fisica, verso l’attuarsi in una Realtà fenomenica spaziotemporale. Uno scorrere e un collasso che non concernono il tempo e non sono temporali (nell’anima e nel mondo delle Idee il tempo non vi è) ma sono (avvengono) nel senso di “avere natura” e avere funzione” (corpuscolare, fisica e non più quelle di “onda di probabilità”, di modello e immagine).

Tirando le somme e ripetendo (per fissare bene i concetti; repetita iuvant), anche dalla sintropia così rivisitata veniamo a sapere e ci viene confermato di una interiorità, di un’anima del fenomeno (sintropico in questo caso),dove esso è in potenza e da cui il fenomeno scaturisce, passando in atto. E poiché sappiamo anche che la sintropia significa apporto e ricarica di energia (in opposto e a riequi-librio del degrado entropico) ecco che l’interiorità e l’anima vengono ad essere proprio il luogo della sintropia. Il luogo dell’apporto di energia, energia vitale, di un apporto di vita

Jakson Pollok  "Red and Blu"

È dunque dalla sua interiorità, dal profondo della sua anima, dove il fenomeno vibra in potenza, sì, ma anche con potenza, che viene l’energia che realizza il fenomeno stesso (e tutta la Realtà nella sua forma fisica fenomenica, spaziotemporale), che ne determina l’evoluzione e ne sorregge lo sviluppo per tutta la sua durata. È questa in senso vero la sintropia, è questo il vero decorso (la direzione dello scorrere) del moto e della sua energia. Il luogo dell’energia, il “centro di sintropia” si trova nell’Idea, nel Pensiero, nell’atomo ondulatorio. Nell’anima. È questa “l’anima energetica” che, vibrando della sua vibrazione, smuove (fa collassare) il fenomeno (a cominciare dall’atomo corpuscolare fino all’Universo intero).

La Coscienza quantistica è la consapevolezza sconosciuta profonda che erutta fuori da questa interiorità la Realtà fenomenica (spaziotemporale, entropica) e la realizza. Ma anche che l’osserva, abbiamo detto
Infatti, l’esterno dove viene eruttata è un “fuori” che è un “dentro di sé”, la Realtà fenomenica esiste in quanto c’è chi la osserva, in quanto è osservata, l’esistenza è data dall’osservazione fattane come qualcosa di esterno; e in questo modo viene resa (viene considerata) oggettiva. E l’Ossservatore che la osserva e così la oggettivizza è sempre la Coscienza quantistica.
In questo modo e a questo livello (quantistico) l’oggettivo e il soggettivo non si distinguono più, sfumano l’uno nell’altro: ma questo accade, appunto, a livello di fisica quantistica e di Coscienza quantistica. A livello di fisica classica, galileiana e newtoniana, e a livello di vita quotidiana nulla cambia circa l’apparenza e il modo di essere oggettivo del mondo e dei suoi fenomeni visti e vissuti come ben distinti dalla soggettività del percipiente e considerati “cosa altra” rispetto al proprio Io e alla propria mente.

Jakson Pollok  "Gothic"

Tutto questo vale – “così è” - per i fenomeni normali e per il mondo attorno a noi. Ma, tornando alla nostra materia, tutto questo vale pienamente anche per i fenomeni paranormali; anche per essi le cose stanno esattamente così.

a) il fenomeno paranormale è anch’esso un fenomeno, cioè un qualcosa che “appare” e che avviene nel mondo.

b) anch’esso, come ogni altro fenomeno, collassa e appare, cioè affiora in forma fisica nel mondo, provenendo dall’interiorità, dall’anima a seguito di un Big Bang emozionale, di una vibrazione (sentimento) dell’anima ( “percossa” da un trauma). Il parallelismo  è pieno.

Salvador Dali  "Cavallo in trasparenza"

Dunque: il fenomeno paranormale emerge nel nostro mondo materiale spaziotemporale come prodotto dell’anima (nostra o di una Entità spirituale disincarnata, per chi come me ci crede), cioè emerge da una interiorità non spaziotemporale.
Costituisce l’espressione e l’attuazione concreta esterna (il “collasso”) nel mondo esterno e in forma dimensionata spaziotemporalmente – appunto, l’informazione sensoriale ricevuta nel livello cosciente ordinario - di una percezione extrasensoriale altamente emozionale (quindi carica di energia) percepita nel profondo inconscio. Qui quel fatto viene conosciuto emozionalmente, cioè è conosciuto “in potenza” e come possibilità che poi si attua a livello di consapevolezza cosciente, conoscenza “in atto” (emerge come informazione cosciente).

Questo vale per i fenomeni ESP ma vale anche per quelli PK. Anche in questi infatti l’elemento essenziale e fondante è sempre una percezione ESP ricevuta nel profondo, che ne è alla base e li determina anche fisicamente e nell’aspetto PK.
In buona sostanza, il fenomeno PK costituisce un “sovrappiù” e un modo diverso e ultroneo di esprimersi – in forma fisica, appunto - di una informazione emozionale profonda e di una conoscenza extrasensoriale (che, dunque, restano sempre l’elemento principale). Ad es., nella materializzazione ectoplasmatica di un “fantasma” innanzitutto e fondamentalmente vi è la conoscenza (o il riconoscimento) della presenza di un defunto, cioè una percezione ESP; che poi, per la sua alta emozionalità (e la potenza del medium e la sua estrema dissociabilità e la disgregazione psichica) diviene anche manifestazione fisica e si esprime non solo in una chiaroudienza o altra percezione mentale recepita dal medium stesso e da lui riportatata a voce ai presenti (come avviene in una normale ESP) ma si esprime

Il medium danese Einer Nielsen ripreso mentre emette la sostanza ectoplasmatica

Salvador Dalì  "Frantumazione"

anche attraverso una produzione e conformazione fisica ectoplasmatica. Altrettanto, sempre ad es., nel poltergeist, la drammaticità delle emozioni interiori la disgregazione psichica individuale sono tali che si esprimono (e si scaricano) non solo  nel sentire questa tempesta interiore (e magari nel ricorrere a un analista) ma anche in fenomeni fisici concreti esterni. E così via di seguito anche per gli altri fenomeni PK.

È chiara in tutto questo l’analogia con le concezioni più sopra riportate relative al mondo quantistico, dove l’atomo corpuscolare è l’attuazione (il “collasso”) in forma spaziotemporale di una delle possibilità dell’atomo onda di probabilità (in sé adimensionale); e con quelle conseguenti, per cui il fenomeno (che è un insieme coordinato di atomi corpuscolari) collassa dall’anima del fenomeno stesso e l’Universo, che è un insieme di fenomeni spaziotemporali, nasce dal collasso, dalla vibrazione (“Big Bang”) del punto iniziale di energia infinita e infinitesimale, in quanto tale adimensionale (sintropia concentrata).
Tutto scaturisce da una propria interiorità dove la realtà concreta, spaziotemporale “in atto”, sia normale che paranormale, già esiste in potenza e in modo non spaziotemporale, carica di energia vibrante, pronta ad attuarsi per queste sue proprie vibrazioni.

Aurora boreale

Aurora boreale

Esplosione atomica, la fissione potenza distruttiva

L’atomo onda di probabilità, l’anima del fenomeno, il punto infinito e infinitesimale che esplode nel Big Bang, cioè “l’interiorità”, in quanto momento di energia vibrante (e che questa sua vibrazione fa collassare) sono il luogo della sintropia. La realtà concreta che ne scaturisce, l’atomo corpuscolare, il fenomeno e l’Universo tutto, sono il luogo dell’entropia

L’anima interiore dalla cui energia vibrante tutto discende in quanto adimensionale non spaziotemporale è anche il luogo della sincronia, della sintopia, dove tutto coesiste in un “tutt’assieme” (σύν). Di conseguenza attengono a questa realtà interiore la “non località” e l’entanglement.

 

Esplosione solare. Il Sole è il luogo dell'energia e della sintropia

La realtà concreta che ne deriva è dimensionata spaziotemporalmente, è il luogo dello spazio e del tempo; che dunque non sono due contenitori vuoti che si riempiono via via dell’Universo (con l’Universo) in espansione. Ma sono parametri e attributi, modi di essere delle cose materiali. Spazio, tempo e forza di gravità nascono dopo il Big Bang.
La realtà materiale esterna è retta dal principio di causalità, tutto avviene per causa ed effetto. Nell’interiorità dell’anima invece vige il principio di sincronicità, tutto si accompagna e avviene in base alla significatività di una cosa con l’altra. (acqua con acqua, terra con terra, aria con aria, fuoco con fuoco).

La Terra, il pianeta azzurro, è il luogo della realizzazione spaziotemporale e  dell'entropia

In conclusione, la fisica quantistica, la coscienza quantistica, la sintropia, la sincronia, la sincronicità junghiana, la sintopia (il "luogo" del tutt’insieme spaziale, l'assenza di dimensioni spaziali), la "non località" (l'influenzamento di enti e stati apparentemente separati) e l’entanglement conseguente, propri della fisica quantistica e da questa studiati, appaiono essere anche le nuove frontiere della parapsicologia. Questo perché tali principi e modi di essere sono propri di ciò che esiste e opera (“vibra”) nell'interiorità e nell’anima. Sono essi che reggono da dentro e che spiegano i fenomeni, sia quelli paranormali che quelli normali. I fenomeni, tutti, sgorgano dall’interiorità e dall’anima, nascono da un’Idea, da un Pensiero, da una emozione, da una percezione, da una cono-scenza dell’anima, che è un campo di possibilità indeterminate e di energia vibrante giacenti nel profondo dell’anima stessa (tesa a realizzarsi in forme esterne significative). Questa molteplicità di possibilità, collassando per la vibrazione della propria energia, assumono la natura e la funzione di fenomeno fisico – un “qualcosa che appare” nel mondo fisico esterno, percezione divenuta cosciente o effetto PK. Forse l’ho già detto ma repetita iuvant - anche questo l'ho già detto.

Si realizza così, a partire dall’atomo corpuscolare o dalla percezione sensoriale elementare, l’Universo spaziotemporale ed entropico, come complesso organico e organizzato di fenomeni; un Universo che è, appunto, fenomenico, comprensivo dei fenomeni normali e di quelli paranormali, i quali appaiono avere una medesima matrice: l’anima e l’emozionalità.

Una differenza resta, comunque, fra i due tipi di fenomeni: quelli paranormali nascono immediatamente da uno spirito umano, incarnato o disincarnato; quelli normali ne provengono mediatamente, attraverso la mediazione e l’interpretazione datene dal livello della coscienza ordinaria. Inoltre nei fenomeni paranormali la matrice scatenate è sempre l’emozionalità. In quelli normali, invece, la matrice, stante l’intervento, la mediazione e l’interpretazione della mente, è o almeno dovrebbe essere la razionalità. Ma anche in questi l’emozione ha un ruolo notevole, che non poche volte diviene anche prevalente; si parla in questi casi di irrazionalità (del comportamento), ma è invece la diversa razionalità dell’anima.

Amore e Psiche

Ritengo che adesso si possa rispondere alla domanda iniziale che ha aperto il nostro discorso. Sì, il fenomeno ha un’anima, una interiorità; tutti i fenomeni hanno sempre un’anima da cui scaturiscono.  In questo quadro la distinzione più importante, su cui non si è ancora posto a sufficienza l’accento e sulla quale va invece portata l’attenzione, è a mio avviso quella tra i fenomeni umani e i fenomeni naturali: i primi nascono dall’anima dell’uomo, i secondi sono quelli che nascono dall’anima del mondo. Perché la Terra – Gaia – è un essere vivente e come tale ha un’anima. E così pure l’Universo. Avremo forse occasione di riparlare di questo.

 

Fonte: http://www.ricercapsichica.it/articoli/coscienzaquantica.htm

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